L’IMPORTANZA DELLO SVEZZAMENTO

Quando il nostro bambino può assaggiare quello che mangiamo noi?

Oggigiorno c’è sempre più attenzione per l’alimentazione e questa attenzione può sicuramente incidere sui discepoli più importanti e sensibili di noi adulti ovvero i bambini. Infatti siamo noi per primi che insegniamo ai nostri figli a mangiare, facendogli trovare cibi pronti o merendine nelle dispense, affidando la loro alimentazione alla mensa scolastica oppure ai nonni o scegliendo di cucinare per loro. Non dobbiamo pensare che se siamo “cicciotti” noi, allora anche nostro figlio lo diventerà perché fa parte del nostro corredo genetico, dobbiamo invece pensare che disturbi fisici, patologie o sovrappeso sono evitabili perché dovute a fattori esterni gestibili quali lo stile di vita o l’alimentazione per cui partendo da subito con regole sane di alimentazione possiamo tutelare i nostri figli dai nostri errori passati o da quelli altrettanto inconsapevoli dei nostri genitori con noi.

Di certo il momento più difficile ma anche più importante per imparare a scegliere bene come alimentare un bambino è lo svezzamento ovvero quel passaggio delicato dal latte materno al “nostro cibo”.

Quando deve avvenire questo passaggio?

Enti autoritarie (ESPAGHAN e AAP) consigliano che un’alimentazione completa deve essere introdotta non prima del IV mese e non dopo il VI. In primis perché in questo periodo l’intestino del piccolo sta finendo la propria formazione ed è bene che esso sia sottoposto al contatto con il maggior numero di alimenti, allergizzanti in particolare. In tal modo si possono aumentare la tolleranza e proteggerlo maggiormente dalla possibilità di allergie future. Gli alimenti allergizzanti in ordine decrescente sono uova, latte, cereali, carni e frutta. La pratica prevede che il bambino assaggi per almeno 4 giorni consecutivi lo stesso alimento e se ne valuti la tolleranza.

Può assaggiare quello che mangiamo noi?

Spesso li vediamo interessati a quello che stiamo mangiando perché sono curiosi e perché il loro istinto gli dice che quello che entra nella bocca della mamma può entrare anche nella loro. Inoltre, a differenza dell’adulto che per la maggior parte delle volte mangia “senza pensare”, il bambino vive nel suo mondo ancora innocente dei sensi in cui colori, odori e sapori sono il centro di tutto.

Dobbiamo ricordarci anche che i bambini sono piccoli a cui noi abbiamo il dovere di insegnare e tutelare per cui bisogna evitare fin da piccoli, o per lo meno fino all’età di 1 anno, sale e zucchero. Questo significa che se ci mangiamo un gelato dobbiamo assolutamente evitare di farlo assaggiare al nostro bambino, lo stesso vale per merendine, yogurt zuccherati (verificate sempre che il contenuto dello zucchero dello yogurt sia al massimo il 5% ed eventualmente inseritegli voi della frutta fresca). Se dovete addensargli il latte usate del semolino di farina di riso o fette biscottate ed evitate i biscotti che hanno sempre e comunque un quantitativo di zuccheri almeno del 20%. Ricordatevi che il formaggio grattuggiato è una pietanza e non un condimento per cui un ne va un pizzico per condire e un cucchiaino come porzione di secondo piatto.

Questo perché? Perché, come accennavo prima, i bambini sono la cosa più vicina alla natura che la razza umana ha, per cui, se da subito gli facciamo assaggiare sapori forti, essi rifiuteranno gli altri e ne diverranno dipendenti dimenticandosi tutto il resto, una vera e propria dipendenza dallo zucchero, come anche molti adulti hanno.

Risulta importante che il bambino assaggi sapori diversi dall’amaro del radicchio all’aspro dell’arancio definendo da subito i propri gusti e comprendendone colori, sapori e odori. Il piatto deve essere composto da un singolo alimento, avrà tempo poi per sperimentare le ricette da grande chef quali siete. Inizialmente è importante che il cibo sia ben diviso nel piatto o addirittura presentato un alimento alla volta.

Quali i consigli per evitare errori nutrizionali nel primo anno?

Cercare di non alimentare il bambino ogni volta che piange perché il pianto potrebbe avere significati diversi (es. sonno o coliche);

favorire l’introduzione nello svezzamento di alimenti a bassa densità energetica come verdure e frutta fresca;

appena possibile, generalmente dopo il I ano di vita, sostituire il latte intero con quello parzialmente scremato;

abituare il bambino a dissetarsi con acqua e non con succhi di frutta o tisane zuccherate;

preferire le spremute di frutta fresca o centrifughe rispetto ai succhi di frutta zuccherati;

Evitare l’aggiunta di zucchero o sale in tutto il I anno di vita.

Sono sicura che farete un ottimo lavoro perché avete tanti strumenti in vostro possesso e le conoscenze per aiutare il vostro bambino a diventare un adulto sano senza fobie del cibo o difficoltà nell’accettare ciò che si troverà nel piatto perché scelto con cura e preparato con amore.

Il cibo scelto e preparato con amore porterà amore a chi se ne ciberà.