<<Mamma, sai che oggi è il compleanno di Tonno?>>

E’ così che un giorno qualunque ho scoperto che in casa nostra viveva un bimbo di cui non conoscevo l’esistenza: l’amico immaginario di mia figlia!

Da quel momento in tante occasioni l’ho sentita chiacchierare, litigare, ridere con il suo compagno invisibile.

Molti genitori -colti impreparati- si spaventano, si domandano se una situazione simile possa essere segnale di un disturbo, di un problema relazionale o di una difficoltà a distinguere tra realtà e finzione.

In realtà si tratta di una situazione del tutto normale: l’amico immaginario compare nelle vite di oltre il 60% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni.

La sua creazione non solo non deve allarmarci, ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che si tratta di un’esperienza preziosa. La presenza di un amico invisibile, infatti, permette ai bambini di ripensare alle esperienze vissute, elaborarle, di esprimere le proprie emozioni accompagnandoli così nella costruzione della loro identità personale.

Inoltre, interagendo con un altro soggetto – che seppur inventato possiede una specifica personalità che si differenzia da quella del suo inventore- il bambino esercita le proprie capacità relazionali, impara a considerare altri punti di vista.

Gli amici immaginari fanno spesso la loro comparsa in momenti faticosi per il bambino, come l’inserimento alla scuola dell’infanzia o la nascita di un fratellino o semplicemente un cambiamento delle routine familiari.

Non sono tutti uguali: possono assumere le sembianze di un animale, di un essere non umano (es. folletto, fatina) o di una persona comune.

Può essere una figura dotata di poteri straordinari, in grado di aiutare il bimbo in situazioni complesse, avere quelle caratteristiche che il bambino vorrebbe possedere (es. coraggio per affrontare la paura del buio o dei mostri) o essere semplicemente un compagno con cui condividere giochi e segreti.

Nella maggior parte dei casi l’amico è un buon ascoltatore, sempre disponibile e interessato a ciò che il bimbo ha da dire.

Talvolta può però rivelarsi un compagno dispettoso, “cattivo” che necessita del rimprovero dei nostri figli per non aver rispettato le regole.

Come comportarsi se nostro figlio ha un amico immaginario?

  • Non preoccupiamoci, si tratta di un fenomeno positivo nel percorso di crescita dei nostri bambini, i quali sono consapevoli si tratti di una loro invenzione.
  • Non prendiamolo in giro! Non bisogna umiliare o ridicolizzare il bambino sostenendo che si è inventato tutto.
  • Non poniamo troppe domande circa le ragioni per le quali si è inventato un amico di fantasia.
  • Niente forzature! Non pretendiamo di prendere parte ai giochi con questo amico né tanto meno che il bimbo condivida con noi le confidenze che gli fa. Cerchiamo però di essere disposti a metterci in gioco qualora sia il bambino a richiederlo.

Di solito l’amico immaginario abbandona i nostro figli senza troppe forzature: come è arrivato se ne andrà. E’ bene rivolgersi ad uno specialista nel caso in cui il bambino continui a mantenere la presenza di questo amico all’età di 10-11 anni, rifiutando di relazionarsi a compagni di gioco reali.