La rubrica “Il lunedì del piccolo lettore”, in collaborazione con libreria “Mascari 5” di Lecco, propone:

Titolo: La zuppa dell’orco
Autore: Vincent Cuvellier
Prezzo di copertina: 
Età di lettura: dai 4 anni

Nel paese della neve e della notte, viveva una famiglia numerosa: padre, madre e sette figli. 
Il padre, lungo e giallo, non sapeva che cosa fosse il lavoro. la madre, grassa e rossa, aborriva lavorare sopra ogni cosa. 
“E come potevano campare?” vi chiederete. 
Campavano perché c’erano i ragazzi che ogni mattina, la madre  mandava  a chiedere l’elemosina. Chi la sera tornava senza nemmeno una monetina per punizione doveva andare a letto senza cena. 
A josef, che era il più piccolo, questo capitava molto spesso. 

Una notte, in cui la luna era grande e luminosa, josef non riusciva proprio a dormire. era tormentato dai morsi di una fame irriducibile e si alzò per scendere in cucina a vedere se gli riusciva di rubare un po’ del prosciutto che i genitori tenevano nascosto e che mangiavano solo loro due, senza darne mai neppure una minuscola fetta ai figli. 

Nascosto dietro la porta della cucina josef udì un’orrenda conversazione tra sua madre e suo padre. comprese di essere in grave pericolo, e con lui le sue sorelle e i suoi fratelli. così elaborò un piano di fuga…
La zuppa dell’orco è una fiaba geniale che esordisce come le più classiche storie di bimbi poveri e intelligenti, ma devia subito fuori dall’andamento rassicurante dello stereotipo “poveri ma buoni” per imboccare una strada curiosa e inquietante, disperata e crudele. strada che parte da genitori snaturati che, per avidità di denaro, sono disposti ad amputare con le proprie mani gli arti dei figli e conduce a un orco affamato ma sufficientemente maldestro da far sì che i bambini abbiano la meglio su di lui. 

E così la paura può sciogliersi in un grande sorriso nel finale in cui i bambini, felici di aver salvato le mani, se le stringono forte. in cui i bambini, felici di aver salvato i piedi, ballano per tutta la notte guardandosi negli occhi, fino al sorgere del sole. mentre l’orco, sazio di zuppa in scatola, suona il violino.